(Teleborsa) - "
L'AI generativa avrà un
"impatto trasversale" sull'economia italiana e su quasi tutti i settori economici ed evidenzia delle
potenzialità "enormi": un aumento della produttività stimato nel 18% del PIL che va a compensare un trend demografico di riduzione della forza lavoro in un'orizzonte temprale che ci porta al 2040". E' quanto ricordato dal professor
Giorgio Metta, direttore scientifico dell'Istituto Italiano di Tecnologia, in un'intervista rilasciata a Teleborsa al Forum Abrosetti sui
rischi ed opportunità offerte dall'
intelligenza artificiale generativa.
Lo studio "AI 4 Italy: Impatti e prospettive dell'Intelligenza Artificiale Generativa per l'Italia e il Made in Italy", elaborato da
The European House - Ambrosetti in collaborazione con
Microsoft Italia ha messo in luce che la
produttività del Sistema-Italia potrà
aumentare fino al 18% grazie all'adozione dell'AI Generativa, che è una tecnologia dalla portata rivoluzionaria che può generare, a parità di ore lavorate, fino a
312 miliardi di euro di valore aggiunto annuo, pari al 18% del PIL italiano. A parità di Valore Aggiunto generato, invece, l'uso di strumenti di AI Generativa
libererà un totale di 5,4 miliardi di ore di lavoro, che corrispondono alla totalità delle ore lavorate in un anno da
3,2 milioni di persone.
"Parliamo di un orizzonte temporale al 2024 che bisogna
gestire in questo passaggio, perché è chiaro che l'impatto lo cominceremo a vedere anche prima, quindi bisogna attrezzarsi ora. Bisogna, in particolare,
fare digitalizzazione nelle PMI e molta più formazione, ma dobbiamo farlo in questo momento, in modo da avere le competenze per raccogliere questa opportunità", spiega Metta.
Per l'esperto,
la PA è "uno dei settori che può
maggiormente beneficiare in termini di efficienza dall'utilizzo dell'AI generativa". "Possiamo vedere la pubblica amministrazione come un altro settore di business e pensare che possa in qualche modo farsi portavoce dello sviluppo di certe applicazioni, in modo da consentire uno sviluppo e una migliore conoscenza delle potenzialità della tecnologia".
"Questa è una tecnologia relativamente giovane - ha sottolineato l'esperto - ma che ha già fatto emergere dei
problemi per quanto riguarda la privacy, per quanto riguarda l'interpretazione in un certo senso errata dei dati".
"Dal punto di vista della regolamentazione - afferma Metta -
c'è già una disciplina europea, che dovrà essere recepita in Italia e che costruisce un framework relativamente solido su questo tema. Dopodiché si può
intervenire dal punto di vista tecnologico, sviluppando strumenti che facciano verifiche a priori di quello che potrebbe essere il risultato dato dalla macchina".
"Relativamente al
mondo del lavoro, invece, l'esperto
esclude la possibilità che alcuni lavori vengano cancellati e precisa "in realtà quello che succede è che vengono aiutati e questo, nell'ottica di una demografia che porta a una riduzione della forza lavoro, è chiaramente qualcosa di positivo".
"b- ribadisce - in alcuni casi perché ci sono le capacità manuali che sono difficilissime da sostituire, in altri casi perché anche quelle intellettuali mancano dell'elemento di generalizzazione che invece il nostro cervello fortunatamente riesce a darci. Quindi esiste un gap ancora molto ampio e non sembra al momento plausibile che si arrivi a una situazione dove effettivamente vi sia una cancellazione completa del contributo umano".